Piazza Armerina, 20/11/2023

 

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Oggetto :  Un  minuto di silenzio lunedì 20 novembre ore 12.00 per Giulia Cecchettini
Celebrazione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne

La morte ingiusta di una ragazza, Giulia Cecchettini, ci tocca troppo  per poterne tacere. Giulia, che sentiamo cara come una nostra studentessa, non mancherà solo ai suoi affetti. La sua è una dolorosa perdita per tutti coloro che si sforzano di educare donne libere e uomini rispettosi.

Ai suoi sogni, a quella laurea che doveva prendere, alla donna che non ha fatto in tempo a diventare, ed a tutte le donne come lei, le cui ali sono state spezzate da ciò che si spacciava per amore dedicheremo un minuto di silenzio, lunedì 20 novembre, alle ore 12.00.

Ciao Giulia, continueremo a sognare anche per te.

La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne fu istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Una data scelta non a caso. In questo stesso giorno del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.

Da allora, il 25 novembre rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema,che riguarda tutti i Paesi del mondo.

Il numero delle donne che subiscono violenza fisica, sessuale, o psicologica nel mondo è in crescita ed ha molti volti; In Italia e nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su. Il 53% di donne in tutta l’Unione Europea afferma di evitare determinati luoghi o situazioni per paura di essere aggredita.

Sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi: in Italia sono, infatti, responsabili del 62,7% degli stupri. Una lunga scia di violenza che può culminare con il femminicidio. Nel 38% dei casi di omicidi di donne, il responsabile è il partner, marito o fidanzato, ma non sono rari i casi in cui i carnefici siano padri o fratelli e perfino figli. In gran parte dei casi, le donne non denunciano e sottovalutano il problema o tendono a perdonare gli atti violenti subiti e segnali premonitori.

Un atto di violenza contro le donne può accadere ovunque: dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada e perfino nella scuola, dove spesso le ragazze sono prese di mira dai compagni con frequenti atti di cyberbullismo, per il loro aspetto fisico o altre motivazioni. Occorre parlarne.

La violenza di genere ha solide basi culturali. È universalmente riconosciuto che essa fonda le sue radici nei comportamenti socio-culturali e in alcuni modelli familiari violenti o nei quali la donna moglie e madre sia considerata inferiore e dipendente dalla volontà di padre, fratelli, marito, o perfino figli. Per questo bisogna rafforzare ed intervenire a livello preventivo sugli aspetti educativi, per impedire che si considerino normali, e dunque si riproducano, arcaici stereotipi di genere.

Tanto premesso, invito docenti e studenti in ogni classe a dedicare al tema anche una breve riflessione nel corso della giornata o di quella seguente, affinché ciascun studente o studentessa possa essere supportato nella costruzione di modelli sani e scevri da qualsiasi forma di sopraffazione o violenza.

Si confida nella massima collaborazione di tutti .

 

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Lidia Carola di Gangi
(Firma autografa sostituita a mezzo stampa,
ai sensi e per gli effetti dell’art. 3,
comma 2 del D. Lgs. n. 39/1993)